spazio indifeso


parole, poesia, racconti, emozioni, attualità

 

 

 versi stonati

 foglie sottratte al destino

 

 

Qual pensiero leggero e struggente     Nuvola

 Strade     Tra la gente     Percorso E 13

L'Acqua Cristallina     Piccola Luna     Dolce Signora

Amata     Ancor Più Di Ieri     Valentino

Come Sale     All'Ombra     Ci Sei

Il Gracidare Delle Rane     Cane Rabbioso     Il Genio

 

   

 

QUAL PENSIERO

LEGGERO E STRUGGENTE

(10 febbraio 2007)


 

 

Qual pensiero leggero e struggente,

l’impulso ti spingeva contro l’ingiustizia,

a riporre corpo e mente,

nell’urlo, in silenzio, della rabbia,

con lo sguardo fermo,

a quel loro sbarrare e porsi muro,

in dieci, tutti uguali,

scudi e scarponi e berretto e bastoni,

poi nuovi cento,

a conservare il male e farne cibo.

 

E tu in volo lieve,

col brillare dei tuoi occhi,

a valicare dottrine scure,

sino agli altri, i diversi,

deboli, scoperti, veri,

che miseria indusse a fuggire

dalla terra del loro primo giorno,

che paura convinse a sottrarsi,

a cedere questo campo,

adesso senza respiro, il loro.

 

Ora ricordo e non m’è conforto,

il suono di quei piccoli germogli,

come altri,

come nostri.

 

E dolor ci porta questa sconfitta

senza vittoria altrui.

 

 

NUVOLA

 

 

 


  

 

Lieve incerto evento,

trasparente, già invisibile,

riapparsa, ora, percettibile,

rapita dal proprio vento.

 

Pensiero complesso,

d’amor la vita piena

la vita piena d’amor vive,

solitario, leggero, passo.

 

Delicato andare,

nuvola andata e tornata.

  

 

TRA LA GENTE


 

 

 

Uscire di casa

e andare,

tra la gente,

ascoltare,

le grida degli altri

e il grido di uno solo.

 

Prendere il tram

e camminare,

tra la gente,

comprendere,

le ragioni di tutti

e la ragione di un solo.

 

Restare in strada

e osservare,

tra la gente,

aspettare,

le gesta di tutti

e il gesto di uno solo.

 

Accendere una luce

e sorridere,

tra la gente,

illuminare,

le speranze di tutti

e la speranza di uno solo.

 

E poi

a cerchio

e altro ancora.

 

Geometria attesa.

 

Come atto di quiete

o voce di promessa

 

e simbolo di pace.

 

 

PERCORSO E 13


(difficoltà 3)

 

  

  

Avanti,

dentro all’ignoto,

a cercare luce e pensieri

tra sterpi e rovi,

sassi, fango.

 

Avanti,

ripido passo,

a inseguire parole e rumori

tra incertezze e bugie,

parole, ombre.

 

 Avanti,

erto percorso,

ad abbassare il dito e la mente

tra ferite e paure,

sgomento, tenebra.

 

Avanti,

fianco a fianco,

a muovere l’altro,

tra pianto e sorriso,

dolore, amore.

 

Avanti, avanti.

 Insieme.

 

 

 

STRADE


 

Strade che vanno nel mondo

e lo varcano sicure,

ferita vitale,

come lama inattesa

 

Strade che portano ovunque

senza pensiero,

idea confusa,

come ricerca vana

 

Strade che voltano intorno

a vagare stordite,

incompreso senso,

come vita insicura

 

Strade che girano in tondo

senza trovare ostacolo,

prodezza immaginaria,

come esistenza decisa

 

Strade alla fine del mare

dall’onda accarezzate,

incerto contorno,

come disegno apparente

 

Strade che muovono nel nulla

di nebbia improvvisa,

invisibilità fatale,

come lume al sole

 

Strade che voltano a destra

all’impazzito tormento,

perduta ragione,

come soffio smarrito

 

Strade che voltano a sinistra

al lieto planare,

pensiero certo,

come curva del genio

 

Strade che tornano indietro

alla prima impronta,

segno insistente,

come graffio sul vetro

 

Strade dell’altrui nascita

di terra calpestata,

violenza trascurata,

come falce sul grano

 

Strade dal buio senza luna

dalle stelle ravvivate,

vitale miseria,

come bisogno di se

 

Strade piene di luce

dal sole incendiate,

raggiante miseria,

come altrui regalo

 

Strade senza certezza

dell’anima insicura,

prezzo del non senso,

come tristezza accaduta

 

Strade a pagamento

dal pedaggio ingordo,

altrui godimento,

come pozzo senza mura

 

Strade senza timore

da fare a capo eretto,

sguardo senza vincoli,

come intreccio di pensieri

 

Strade del tuo coraggio

scoperto inatteso,

sussulto del volersi bene,

come viaggio senza biglietto

 

Strade perdute

Strade cancellate

Strade ritrovate

Strade ripercorse

 

Strade che riportano al cuore

senza richiesta precisa

 

Come racconto al finale

 

  

 

L'ACQUA CRISTALLINA


 

L’acqua cristallina,

ovunque riflesse luce,

giocando con la luna morente

indietreggiò furente.

 

Col lupo farsi d’ombra,

attese le altre stelle,

nessuno fin qui aveva

la sua voce intesa.

 

Ora sorride all’alba, certa.

 

 

 

PICCOLA LUNA


 

Questa notte di piccola luna,
Piccola Luna, ti incontrerò.


So già che ti vorrò bene,
ti vorrò davvero bene,
ma non ti amerò.


Mai.


Ché il cuore mio,
vecchio ormai,
è abitato tutto da Lei.

 

 

 

 

 DOLCE SIGNORA


 

Dolce signora,

 

nel silenzio,

di questa passata notte di luna,

ascolto il tuo respiro vicino a te,

 

al buio,

perduto tra i tuoi pensieri,

sfioro la tua pelle con la mia,

 

nel tepore,

dell’averti accanto,

mi scaldo del tuo essere qui.

 

Aspetteremo stupiti

l’esplodere dell’aurora

che rinasce,

adesso,

sogno senza fine,

come infinito del nostro cielo.

 

 

 

 

AMATA


 

Scoperta ed amata,


persa ed amata,


ritrovata ed amata,


amata.


Amata.

 

 

 

 

ANCOR PIU' DI IERI


 

L’ora,

Oramai lontana, è dolcemente sfiorita.

Già mi manca.

 

Il tuo sorriso è ancora qui,

Con me,

Amore, tu, amor mio immenso.

 

Nel giardino dei giardini,

Delicato petalo,

Ora sei, ancor più di ieri, nel mio divenire.

 

 

 

 

VALENTINO


 

Come lancio di sasso

Da fionda indifesa

 Come cavaliere

dal destriero cortese

 

Lieve e irraggiungibile

 

 Ora discosto dagli altri

Arrivati, raggiunti, valicati

Lontani, da tempo smarriti

Uccelli migranti avviati

 

Parole perdute nel tempo

 

 Nell’infinito della strada

Piccole lucciole all’alba

Gocce di sudore seccate

Polvere nel vento

 

A cerchio perfetto

 

 Come flusso d’alzata marea

Brezza alla fine d’estate

Sogno del ricordo a venire

Segno della storia da dire

 

Adesso, solo, alla vetta

 

 Bambino nel mondo

Sorriso d’infanzia felice

Poeta inarrivabile

Paladino del cuore

 

Grazie Valentino

 

 

 

 

COME SALE


 

Come sale
la guerra seccherà la terra

ancora

 

fermerà la crescita del riso e del mais


Come sale
un vento rovente dissolverà il cielo

ancora


e il soffio della vita e il sorriso e le idee


Come sale
l'orrore di uno sparo

ancora


spezzerà il filo del grande disegno


Come sale
la guerra
ancora


chissà quale altra guerra

 

 

 

 

ALL'OMBRA


 

Se ne stava lì.


Bella,
com'è bella la sua età.


Sola,
com'è sola la sua età.


All'ombra

 

 

 

 

CI SEI


(a Renza)

 

 

Ci sei

o non ci sei?

 

Ci sei

o non ci sei?

 

Ci sei.

Ci sei,

ci sei!

Ci sei!

 

ci sei…

 

e se invece tu fossi B7…

 

 

 

 

IL GRACIDARE DELLE RANE

A PRIMAVERA


(a Mirella seduta all'osteria)

 

 

Ben triste è il corso della vita

dell'uomo che segue il gracidare

delle rane in primavera

e si bagna nelle acque

del lago dell'illusione

 

(fanciulla che ordinatamente

urlavi il tuo disprezzo

alla luce della luna nuova

rapita dal suono della voce

dell'ultimo vento di marzo)

 

ridendo dei sogni fioriti

nella mente di un pescatore

talvolta sorpreso in un gioco

di specchi e di gesti inusuali

tra onde e sabbie d'antico sapore.

 

 .

 

Foglie sottratte al destino

i ricordi spezzati dell'uomo

che rifiuta il ristoro

dell'ombra dell'albero

al tramonto dell'ideologia

 

(fanciulla che tristemente

ora urli il disprezzo

al calore delle stelle inviolate

costretta fra pelli di capra

uccisa l'ultimo giorno di marzo)

 

fuggendo realtà e bandiere

cantate con codici remoti

talvolta sconvolti da piogge

improvvise e violente

tra miseri resti d'antico.

 

 

 

 

CANE RABBIOSO


(Ulrike)

 

… Un giorno mi toglierete tutto!

(mi avete già tolto tutto).

 

Mi scaverete nel cervello,

nelle ossa, nelle mani,

mi cancellerete il cuore,

fermerete il suono della vita.

 

Rinchiuderete la mia voce

nel buio delle vostre celle abbaglianti.

 

Nasconderete il fragore delle onde,

la vibrazione del tuono,

il freddo vento del Nord,

il profumo dei campi abbandonati,

la gioia dell'odio del nemico.

 

… Un giorno mi toglierete tutto!

(mi avete già tolto tutto).

 

Annullerete la mia voglia,

le vibrazioni di un momento,

legherete le mie gambe

ormai stanche di mattoni consumati.

 

Raggiungerete la mia mente

e la sua fame di conoscenza.

 

Oscurerete il sole e il sole d'autunno,

la prima nebbia del mattino,

le note di uno scudo consumato,

svuoterete l'ultima bottiglia,

brucerete l'oro del tabacco stagionato.

 

… Un giorno mi toglierete tutto!

(mi avete già tolto tutto).

 

Massacrerete il mio corpo

e il suo rigore d'altri tempi,

scoprirete la sua linfa

e la disperderete nelle rogge melmose.

 

Colpirete duro senza pensare,

colpirete solo per farmi male.

Per i vostri giochi di potere,

per il vostro assurdo senso del dovere,

per la tristezza che vi avvolge,

per la noia che vestite appena svegli,

per la solitudine che vi accompagna.

 

… Un giorno mi toglierete tutto!

(mi avete già tolto tutto).

 

… Ma non la libertà

perché non l'avete mai conosciuta.

 

 

 

 

IL GENIO


 

Per la saggezza del mio dire

qualche volta non riuscite a capire

che le verità le dico io:

che non c'è nessun altro Dio.

 

E le parole meditate,

dietro sofismi strani mascherate,

non fan vedere di cosa son reo

e di questo io mi beo…

 

La bottiglia di barbera

mi fa compagnia tutta la sera.

Il rosso mi riempie di me stesso

sarò ipocrita, ma fa lo stesso.

 

E le valanghe d'espressioni,

frutto di serie sensazioni,

mi pongono da voi assai più alto

ma di questo me ne sbatto…

 

E forse voi mi chiederete

che cosa mi da forza,

coraggio

e quella strana allegria.

 

E forse voi mi chiederete

perché tendo la mano

a chi nella mente alloggia

fantasia e follia…

 

La sera quando solo col mio genio

rispolvero le infantili teorie

ritorno con mente svanita

alle ore felici nella mia mano.

 

E poi la fantasia vola via

ed abbandono il tormento dell'età

così presente nella mente,

gli attimi mancati…

 

E allora riprendo con rinnovata pazzia

a frullare le mie idee

a frugare le sensazioni odierne

rinunciando alle conclusioni.

 

E alla primavera già rinunciata

ed allora la follia ti prende la pelle,

ti prende il corpo ed il tuo essere

e fai finta di morire…

 

E poi quel buio che ti inghiotte,

il giradischi e Bach,

un'altra bottiglia di barbera

ed il tuo amore perso di vista.

 

E il dolore del tuo amico,

quanti amori son finiti,

quel libro di sinistra, aggiornato,

e le meditazioni del passato, passate…

 

E poi il risveglio

e abbandoni il corpo al rapimento

e cerchi nuove sensazioni

e ricomincia il tuo calore per la vita

 

E poi non è giusto

pensare sempre di sera

e consumare così la sera

 

mancando ai tuoi appuntamenti…

 

 

 

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